E’ ricominciata la marcia di Matera verso il 2019, anno in cui sarà la capitale europea della cultura. Dopo la proclamazione di ottobre ed un periodo di riflessione, il Comitato e la Fondazione stanno mettendo a punto i progetti che sono contenuti nel dossier “Open Future”, scelto dalla commissione di giudici europei nella rosa delle sei città italiane finaliste.
L’ingente patrimonio storico della città dei Sassi, forgiato dagli uomini, non è la sola chiave di lettura del successo che è stato costruito anche sui programmi di innovazione. La nuova pianificazione sta partendo dalla parola chiave “educazione” che si traduce e si declina in scuola, formazione, cittadinanza europea.
A partire dal prossimo anno scolastico sarà lanciato un grande piano europeo, ribattezzato “Generazione 2001”, per la costruzione di un’identità europea di cui saranno protagonisti gli adolescenti di oggi, i ragazzi che fra quattro anni raggiungeranno la maggiore età . La macchina organizzativa è partita proprio nelle ultime settimane e continuerà a ritmo sostenuto anche se la prossima parentesi di due-tre mesi coinciderà con la campagna elettorale in cui intende ricandidarsi il sindaco Salvatore Adduce (Pd), tra i protagonisti del traguardo raggiunto, attuale presidente del Comitato Matera 2019 e della Fondazione Matera Basilicata. La sfida è coinvolgere i giovani nel costruire insieme il cammino di avvicinamento alla data fatidica.
“Generazione 2001 è un lavoro che non facciamo solo su area materana, lucana o sulla macroregione Sud perché vogliamo allargarlo a livello europeo – dice il direttore del Comitato Matera 2019, Paolo Verri – e fare in modo che i ragazzi che nel 2019 avranno 18 anni siano nostri partner nelle attività che realizzeremo e co-produrremo. Lo lanceremo all’inizio dell’anno scolastico 2015-2016, adesso stiamo pianificando quali saranno le città, i territori e le regioni che lavoreranno con noi su questo tema. Ragionando di reti, ho parlato con l’assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno che mi ha già dato la disponibilità a poter contare sulle scuole di Milano. Dobbiamo progettare bene – aggiunge Verri – per trasformarla in una grande operazione che parta dal basso e lavori sui contenuti”.
Creare, dunque, un modello di cittadino europeo. Per far questo, oltre all’ambito della produzione culturale, si interverrà anche sulla “formazione delle competenze pubbliche”.
“Vogliamo fare in modo – dice Verri – che l’apparato burocratico invece di essere un punto di debolezza del nostro percorso, diventi un punto di forza. Questa esigenza l’abbiamo ascoltata da tutte le associazioni culturali con cui ci siamo confrontati. Quindi abbiamo deciso di mettere questo punto proprio all’inizio del nostro percorso perché se non ci sono competenze adeguate tutto ciò che realizziamo rischia di non essere supportato in modo appropriato”.
La campagna elettorale non rallenterà il lavoro. Su questo punto il direttore non ha dubbi. “E’ possibile che qualcuno voglia mettersi in luce su questo grande tema che riguarderà Matera nei prossimi 5 anni – chiarisce – ma non credo che la campagna elettorale rallenterà la nostra operatività . Abbiamo una fondazione che è presieduta dal sindaco e co-presieduta dal presidente della Regione Basilicata. Ci hanno chiesto di andare avanti e lavoreremo in assoluta indipendenza, come abbiamo fatto negli anni precedenti. Auspico sin d’ora che se si ha intenzione di mettere Matera 2019 al centro della campagna elettorale lo si faccia a fin di bene e non con lo scopo di distruggerla, perché sarebbe molto grave per i cittadini materani. E’ evidente – conclude Verri – che i temi sono già stati individuati e che non si cambiano”.
Intanto Matera resta sotto i riflettori. Sta per iniziare la quarta settimana di riprese del kolossal “Ben Hur”, prodotto da Mgm e Paramount Pictures. Centinaia e centinaia di comparse e figuranti animano i set. Sono circa 400 le presenze fisse della produzione e degli staff del film che albergano nelle strutture ricettive. Lo skyline di Matera è diventata di nuovo una “Sassiwood” dai grandi numeri e con gli effetti speciali. I set scelti dal regista Timur Bekmambetov sono gli stessi che già scelsero Pier Paolo Pasolini per “Il Vangelo secondo Matteo” (1964) e Mel Gibson per “The Passion of Christ” (2003).
Matera è stata trasformata in Gerusalemme: i ciak della legione romana e dei popolani sono stati dati nei Sassi, tra vicoli, corti e scalinate, mentre per la crocifissione di Cristo il Golgota è stato individuato anche stavolta nella collina che si affaccia sul canyon della gravina e sull’insieme delle case in tufo. A Matera si discute sulle conseguenze di massicce produzioni di questo tipo sul delicato equilibrio per la tutela della storia e del rischio di spettacolarizzazioni.
Intanto la città è in continua ascesa. E’ un boom turistico senza precedenti quello registrato negli ultimi cinque anni con il 50% in più di arrivi ed un numero raddoppiato di stranieri. Tutto ciò comporta ricadute positive per l’economia anche se, nel contempo, può provocare dei contraccolpi che bisogna saper gestire. Si prosegue anche nella costruzione di relazioni privilegiate, le ultime sono le “sorelle” europee Mons (Belgio) e Pilsen (Repubblica Ceca), capitali della cultura di quest’anno. Anche nel “vicinato” la situazione è identica.
Dalla limitrofa Puglia è stata offerta la massima disponibilità ad interagire sia per migliorare le infrastrutture (Bari è considerato un hub naturale per la città lucana) che per arricchire i circuiti culturali e turistici.